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art in the world Louis Aldo Carrè nasce negli anni 50 in una cittadina vicino a Ginevra da genitori italiani ma si trasferisce per problemi di salute in toscana, sembra essere un bambino normale ma, invece, ha gravi problemi con gli occhi, infatti non vede bene.
La sua vista non fa che peggiorare, i suoi primi 15 anni saranno un continuo pellegrinaggio in giro per mezza Europa in centri specializzati .
Questo problema comunque, non gli toglierà mai la voglia di dipingere.
In famiglia sono quasi tutti artisti . Questo sarà fondamentale per l’indirizzo scolastico d’arte.
Il fatto di padroneggiare sin da piccolo tele e colori gli permetterà in seguito di studiare in diverse accademie delle belle arti in giro per l’Europa con ottimi risultati, il problema con la vista gli farà dedicare gran parte dei suoi studi futuri e lavori artistici alla ricerca della luce e ancora oggi ne e’ossessionato sin dalle bozze ,a volte dipinge solo con una candela, dichiarando “se lo vedo io il quadro, sicuramente lo vedranno meglio gli altri.”
Carrè realizza pochissime opere e sono molto apprezzate da diversi collezionisti d’arte nel mondo.
Le faccio un po’ di domande Maestro Carrè:
Cosa pensa di tanti suoi colleghi artisti?
Penso che ci siano tantissimi artisti bravi ,e questo anche perchè oggi sono più visibili che in passato.
Perché oggi di più ?
Perchè l’arte in italia nel mondo ha internet e sicuramente più libertà di espressione e anche con meno vincoli accademici.
Un esempio ?
Tutti gli stili possibili e movimenti dalla street art alla pop art per esempio, arte popolare meravigliosa a livello comunicativo, forse la migliore per comunicazione, questo secondo il mio umile parere.
Cosa vuol dire che troppa scuola non fa bene all’arte ?
A volte si ,troppo studio finisce per imprigionare, da dei vincoli , regole che rende poi difficile esprimersi in piena libertà, ma e’ importantissima da un punto di vista tecnico e con regole essenziali per creare un’opera anche con un tratto.
Ma lo studio è importante o no ?
E’importante per capire l’arte intorno a noi, quello che facciamo e quello che fanno gli altri, altrimenti non riusciremmo a capire nulla, e daremmo giudizi negativi su quello che ci circonda.
La scuola e’ importante come e’ fondamentale continuare a studiare.come non esistono opere brutte sono solo sopravalutate rispetto a altre sottovalutate.
Mi fa’ un esempio ?
Prenda un musicista del conservatorio, difficilmente riuscirà ad esprimersi fuori da certi canoni, ne conosco pochi, e questo vale anche nella pittura, troppa scuola rischia di condizionarti.
Se invece la scuola è fatta senza condizionamenti, allora serve tantissimo, per le basi per tutto, ma si ricordi cosa diceva Picasso “A 12 anni dipingevo come Raffaello, oggi che sono vecchio, dipingo come un bambino!” la dice lunga sulla importanza della semplicità nell’arte, se fatta poi da uno che ha dimostrato al mondo che sapeva dipingere benissimo allora vale tantissimo.
E questo perchè secondo Lei ?
Perchè se disegni pochi tratti, e le persone capiscono quello che vuoi dire è fatta , e come una bella canzone cantata e accompagnata da un solo strumento, pensi a quante canzoni ci sono bellissime solo voce e una chitarra.
Studiare serve anche per dire e fare tutto in maniera più semplice.
Cosa la colpisce di un artista ?
Mi ripeto, la semplicità con cui dice le cose.
Quindi un artista per Lei come deve essere ?
Deve avere qualcosa da dire, e cercarla di dire nella maniera più semplice possibile anche con stile primitivo.
C’è qualche artista che Le piace in maniera particolare ?
Si molti amici che conosco da tanto, alcuni da oltre 40 anni, che sanno bene, quanto seguo i loro lavori che giudico fantastici .
Alcuni sono italiani altri stranieri proprio ieri uno di loro era a cena da me, un pittore bravissimo.
Comunque seguo con attenzione dei pittori russi che non conosco di persona, ma che reputo molto bravi,anzi bravissimi,riescono a essere moderni ma mantengono uno stile nell’arte classica, meravigliosamente preparati nel senso che sanno non mischiare grafica con pittura e sono ancora orgogliosi di dipingere bene.
Ha avuto un maestro ?
Si più di uno,sono stato molto fortunato in questo, nella casa dove sono nato era un andare e venire di pittori, alcuni sono diventati famosi dopo, altri lo erano già, fotografi, scultori musicisti registi tutti amici di famiglia.
Così nei miei studi ci finirono scultura, grafica,fotografia, vino rosso e la mia pipa che fumo da sempre.
Perché la fotografia ?
La fotografia e’ un’arte meravigliosa, se un artista deve dire qualche cosa anche una foto è eccezionale come messaggio. Invece nella pittura per me e’ importante il distacco tra foto e quadro. Il quadro deve riuscire a dare quello che una foto non riuscirà mai a dare, ecco perché bisogna conoscere anche l’arte fotografica.
La fotografia la puoi costruire come un quadro , la inventi, puoi mettere davanti al tuo obbiettivo personaggi, gesti, espressioni e oggetti per dire quello che vuoi e, in un istante, ecco la foto in tempi brevi.
Viceversa come pittore avrei tempi lunghi e costi elevati, quindi dovrei ricorrere a una foto per poi in studio con calma dipingere, ecco perché faccio altre cose, per non copiare da una foto.
E ci riesce ?
A volte si, altre no.
Vede, per me la pittura si è evoluta nei secoli alla ricerca della perfezione, ma con la nascita della macchina fotografica, che riuscì non poco a influenzare la società di allora,“e mi riferisco a Parigi naturalmente“tutto cambia.
Prima un pittore stava una settimana se non un mese per fare un ritratto con un cospicuo guadagno, ma con l’avvento della fotografia, bastava qualche istante e a un costo contenuto e alla portata di tutti, unico difetto era in bianco e nero, ma la perfezione della macchina fotografica era imbattibile.
Ecco perchè nacque l’impressionismo .
Che era gia nell’aria da un pezzo, anzi ci sarebbe da discuterne tanto, comunque sta di fatto che forse da una semi collaborazione e di complicità che vedeva un fotografo Gaspard . Felix . Tournachon detto Nadar giudicato come ladro di anime e altro …, e i pittori quasi sull’orlo di una crisi di nervi ,nacque una sorta appunto di solidarietà.
Nadar diede lavoro a molti pittori che dovevano dare colori alle foto che erano in bianco e nero.
Per non dimenticare poi nello stesso studio al numero 35 di Boulevard de Cappuccines ospitò la prima mostra degli impressionisti.
Gesto senza non poche polemiche ma sicuramente fatto per riparare,al torto involontario arrecato ai pittori.
Alcune regole iniziali dei pittori furono il rifiuto del bianco e del nero, insomma tutto quello che poteva ricordare una fotografia.
Adesso si è chiuso il ciclo. 140 anni sono passati e oggi sono i pittori che seguono la fotografia con quadri perfetti da sembrare foto,perfetto si ricomincia tutto.
E questo è fantastico siamo tutti li ,chi con le proprie idee ma sento che sta per nascere qualche cosa,di incredibile.
Quindi in questi 140 anni cosa e’ successo ?
Tutto, sono nati movimenti artistici culturali importantissimi, intensissimi al punto di arrivare a un taglio di tela e altro dopo, che sicuramente senza l’impressionismo si sarebbero sviluppati in altri tempi e modi.
Perché arteverticale, che progetto è?
Arteverticale è uno studio di pittura ma io personalmente lo definirei laboratorio.
Un posto che nasce a Milano, Milano e’ stata la città dei miei genitori dedicherò i miei ultimi lavori a questa città che amo.
Come giudica i suoi colleghi ?
Non giudico mai , guardo osservo spesso mi emoziono, allora sento e vedo un artista bravo.
Quindi Lei segue altri artisti ?
Per forza , mezzo secolo di studio non basta e quando dico studio intendo anche ricerche su uno stile già trovato sarei un narcisista presuntuoso, ecco il problema dell’arte oggi non ci si incontra più, non ci si confronta più per un qualcosa di costruttivo e’ diventata una sorta di competizione ma oggi più che mai dovremmo riunirci siamo troppo in un tunnel di condizionamento. Una volta era l’arte a condizionare tutto e tutti, oggi e’ il contrario.
In che senso ?
Nel senso che non mi faccio condizionare da un mercato.
Così seguo la mia ricerca sulla luce e realizzo pochissime opere.
Quindi Lei è per lo studio continuo ?
La definirei ricerca continua, mi ricordo 40 anni fa, andavo alle prime mostre in giro per l’Europa con i miei quadri, una volta partito da casa ero convinto che tra le mani avevo dei piccoli capolavori che avrebbero sbalordito tutti, invece una volta appesi sparivano in mezzo agli altri quadri. Li guardavo e non erano più capolavori allora, con molta umiltà, mi avvicinavo agli altri pittori e domandavo chiedevo consigli questo per crescere e per poter migliorare. Perché solo la scuola non basta, devi avere l’umiltà di crescere e non basta una vita.
Diciamo che oggi sono passati oltre 40 anni di ricerca continua ,ogni quadro che realizzo e’ uno studio a se, ogni opera a un perché ed e’unica.
Un giudizio suo sull’ impressionismo ?
Qualcosa di fantastico che va studiato da tutti i punti di vista, diciamo che si sgretola con la morte di Pisarro unico in grado di tenere unito il gruppo 1903 se non erro ,ma datarne la nascita è difficile, anche perché nel movimento si erano infiltrati pittori bravissimi che con il pretesto di dipingere in maniera approssimativa si definivano impressionisti senza capirne la vera essenza.
E un giudizio su internet, come mai questa scelta ?
E’ una vetrina bellissima nel mondo, c’e’ di tutto e di più, ogni tanto guardo, ma poco, sempre per il problema dei miei occhi, e anche perché sono preso dal mio lavoro.
E vero che i colori se li prepara Lei ?
Si dal singolo pigmento, anche le tele,tavole ardesie e altro , un’opera comincia proprio da lì.
E con il suo problema alla vista come fa a fare tutte queste cose?
Purtroppo a fatica ma riesco ancora, oramai ci convivo da una vita e devo accettarlo, anche se con gli anni non fa che peggiorare.
Scusi ma l’aglio, lo zafferano e il vino rosso ?
Servono per realizzare un giallo particolare, il vino invece adesso lo apriamo e ce lo beviamo
Le candele sono accese, siamo nel suo studio, perchè la candela ?
Prima di tutto è per i miei occhi , per la mia continua ricerca pittorica ,e poi la dice lunga sulla vita di un artista per non dimenticare, e senza dover commentare momenti alternati dalla gioia e benessere, a momenti drammatici e poveri .
Ecco quando si e’ veramente artisti ,riuscire a sopravvivere con la passione, a momenti drammatici senza mollare mai. Lo sanno bene le persone che ci stanno vicino, mogli, figli,cani e gatti.
Il suo studio sembra una galleria d’arte con un qualche cosa da enoteca
Alla sera spesso lavoro ancora allora spesso mi siedo, accendo la pipa al buio e guardo la luce dei miei quadri sorseggiando del buon vino spesso con amici, per me è sempre stato un binomio per eccellenza.
E questo libro vicino a Lei sul tavolo ?
Questo non e’ un libro, e’ il mio viaggio artistico.
Tutti gli artisti che hanno fatto il mio percorso conosciuti in giro per il mondo
Pensieri, bozze, mostre, le case condivise, mezzo secolo di lavoro, un po’ di tutto insomma .
Questo studio e’pieno di quadri, li ha fatti tutti Lei ?
No, ci sono quadri anche di altri artisti che ammiro, poi maggiormente i miei e anche quelli che non sono riusciti, anche se tecnicamente discreti per il mio giudizio, ma non e’ uscito il senso che volevo dare.
Ogni tanto mi giro, guardo come posso migliorarne il senso , qualche volta basta una pennellata, altre volte devo rifare tutto da capo, quello per esempio era 2 metri x 1 metro più o meno , oggi e’ diventato un terzo ,bisogna avere il coraggio di togliere quelle parti che confondono il messaggio,insomma togliere il superfluo,si ricordi la semplicità!
Non si e’ mai sentito infelice ?
No assolutamente, a parte i miei occhi mi reputo fortunato, anzi fortunatissimo.
Perchè ?
Perché faccio da sempre quello che amo …. IL PITTORE !
segue